SE IL SACRO E’CONTEMPORANEO:ARTISTI UMBRI ALLA GALLERIA ARTEMISIA-PERUGIA
Se il sacro è contemporaneo, spira un anelito diverso, un desiderio di afferrare la divinità e farla propria oltre il dogma, oltre quello strano sentimento di spiritualità che sembra intimorire e ingabbiare in una dimensione altra.
50 artisti umbri interpretano il sacro. Oltre le forme le icone i riti o i miti. Come riprodurre un sentimento, un’ansia di assoluto, una intima armonia o pace interiore in infinite espressioni per un unico tema ancor oggi inafferrabile, intangibile.
Come interpretare l’ineffabile sprofondato nell’intimo.
Il Cantico delle creature di Silvana Migliorati con la sua rotondità ancestrale, sembra riprodurre in perfetta circolarità, un suono, un salvifico mantra dove tutte le creature sfilano in un girotondo naif di questa acquatinta su zinco; Massimo Bacosi e la sua Maternità, tempera su tela, una Madonna con bambino dove la figura del figlio è appena delineata: figlio suo, ma di tutta l’umanità o, al contrario, la Maternità di Livio Orazio Valentini dove il figlio rifulge di luce propria e la madre è appena accennata, solo tramite tra cielo e terra. O la Madonna con il Bambino di Marisa Piselli, tempera, donne vestite di santità e una colomba di pace; o la Madonna di Luciano Tittarelli in Senza titolo, un olio su tela; o la Natività di Gabry Trabolotti Marcacci, tecnica mista su carta. Particolare il Presepe umbro di Vittoria Bartolucci, disegno su cartoncino e carta pergamena con penne pastelli e acrilici, dove all’interpretazione presepiale del mondo si sovrappongono le nostre chiese, le case, le infinite scale, le colombe. Il tema del Buon Pastore ritorna nell ‘interpretazione di Germano Belletti, ceramica smaltata policroma, e di Arnaldo Blasetti acquerello su carta; il Cristo sarà nell’acquaforte di Giovanna Bartoloni, mentre di Giuseppe Riccetti è il Cristo morto da Mantegna, acrilico e sabbia su tavola, oppure Per un vero volto di Dio di Enzo Brunori, un olio su tela di grande luce. Sarà anche ne la Vesica piscis di Fabrizio Fabbri, carte, rappresentazione iconografica tipica medievale del Cristo. Numerose le storie iconografiche di santi, come quella della nostra Beata Angela da Foligno, “la grande mistica” di Giovanna Bruschi, disegno a matita su carta; o S. Antonio Abate, acrilico su tavola, interpretazione diversa del santo degli animali; o il classico San Francesco e storie, una xilografia di Diego Donati, il nostro padre Diego. Maria Antonietta Taticchi con Chiara luce sulla città, pittura su ceramica, interpreta la santa come una luce angelica posata sul panorama verde di ulivi, di case, di chiese d’Assisi; o il Padre Fedele tecnica mista su faesite di Manuel Campus. Giorgio Maddoli vede la Crocifissione come buio, perdita di luce nel suo E si fece buio su tutta la terra, olio su tavola. Così è anche nella Deposizione di Carlo Germini, olio su tela. Mentre il tema de la Resurrezione torna in Maria Stella Giovannelli e il suo olio su tela; e in quella di Sergio Marini, olio su tela del 2001, diversa nei colori di luce soffusi. La Crocifissione di Franco Venanti, olio su tela del 2010, con il riconoscibilissimo tratto onirico del pittore, tra armature di scintillanti guerrieri e la nuda povertà crocifissa tra il dolore di donna che piange al cielo; di Maria Pia Somasca Crocifissi umbri gruppi lignei sec XIV- XV, pastello carboncino. Di Giuseppe Fioroni artista scultore è il Convivio del 2004, tecnica mista e materica, come suo uso, una consuetudine d’artista poliedrico; di Lucio Manna … Laudato sii, o mio Signore, per sora luna e le stelle: limpide, belle e preziose…, tecnica mista per un caleidoscopio di stelle lucenti e colorate. La Sacra famiglia è irradiata da fasci d luce nelle dolci espressioni dei protagonisti, litografia del nostro futurista Gerardo Dottori del ’73, futurismo nelle forme e nei colori; colori anche nella Trinità, olio su tela di Enzo Rossi e in Nello Palloni Maternità del 1990, litografia ritoccata più oro a 23 K. Il tema dell’angelo ritorna in Angelo di Roberto Banfi Rossi, tecnica mista, ne l’Angelo custode di Ennio Boccacci maiolica su vetro, o nell’Angelus novus di Mirella Burnelli, incisione ad acquaforte e stampa originale, e in Bing bang con l’angelo, tecnica mista, di Sara Indelicato.
Una suggestiva Palestina di Alfredo De Poi, impregnanti su legno del 2006, è interpretata come groviglio di visi e corpi; di Rita Egger, 2013, Lo studio della Torah e Sukkot la festa del raccolto, spatola originale, china e matita, mostrano simboli inequivocabili di altra religione; o il Mosè di Aurelio Bruni, olio su tela, o Abramo Abramo acrilico e smalto su tela di Stefano Chiacchella. Di Artemio Giovagnoni artista scultore è il S. Francesco, opera del 1986, una bronzea bellezza, e di Edgardo Abbozzo Natività dove ritorna la nostra antica tecnica di maiolica a lustro dai mille bagliori; l’Adamo ed Eva, bassorilievo in gesso alabastrino patinato di Bruno Arzilli, mostra i progenitori avvinghiati all’albero del bene e del male e Massimo Arzilli, espone Artemisia il sacro nel mito, scolpita nel marmo bianco delle Apuane con occhi di vetro scintillanti. Diverso è il tema in San Pietro e la conversione del centurione, piatto in ceramica smaltata di Claudio Monotti. Classici il volto di Madonna di Leo Ravazzi in terracotta e il Volto di Cristo bassorilievo in legno di tiglio di Idolo Giovannelli, astratto invece è Passione e gloria di Gianni Sforna in marmo grigio. Di Sestilio Burattini alcune gocce di sangue che scendono nella sua Transustanziazione, taglio diretto di marmo di Carrara. E ancora la Crocifissione in argento e rame di Giovanni Dragoni; l’Adamo, primordiale, in ceramica di Marco Mariucci, mentre Afranio Metelli compone in frottage a matita su carta un Senza titolo; Antonio Ranocchia interpreta la sua Pietà, in terracotta patinata, come una madre che si confonde, si trasfonde, muore col figlio; e Paolo Pasticci sintetizza in Ecce Homo, ceramica grigio pietra, un totem divino, quasi anelito moderno alla speranza.
Il sacro come sentimento comune tra i popoli. Sentimento inesplicabile verso un qualcosa d’altro, incomprensibilmente superiore o invece così vicino all’umana realtà, o come semplice interiorizzazione di un anelito.
Tutto ciò nelle opere esposte ora nella galleria Artemisia che parlano, tutte, un linguaggio comune interpretato da angolazioni diverse e tecniche più vicine o più lontane dal materico, per avvicinarsi meglio al Sublime.
SACRO CONTEMPORANEO Artisti umbri in Galleria
7 settembre-5 ottobre 2013
Galleria d’Arte Artemisia-Perugia
marilena badolato maribell@live.it