SI E’ CONCLUSO IL FESTIVAL DEL MEDIOEVO 2016. A GUBBIO UNA GRANDE PARTECIPAZIONE DI APPASSIONATI.
MIGRAZIONI E SCOPERTE SCIENTIFICHE, incontri e scontri, grandissimi personaggi e capolavori, Dante Alighieri e Cante Gabrielli, Francesco e il sultano, Francesco e il suo Cantico, sete di conoscenza e restrizioni religiose, superstizioni tra salute sesso e potere, motti e credenze, tavole immaginifiche e povere mense, gastromedioevo di cibi afrodisiaci e teorie umorali di complessione melancholica, cura del corpo e dello spirito dei Tacuina sanitatis, Europa e Islam, religione, politica e medievalismi, i segreti dello scriptorum di amanuensi, calligrafi e miniatori, problemata ed enciclopedia, università, provenzale, gotico, alto tedesco, norreno, islamico, costumi sfarzosi della moda del potere, artisti e committenze dei Montefeltro e dei Della Rovere, eterni cavalieri, monaci guerrieri del Tempio, città medioevali di piazze fortezze ed eremi, mediterraneo di terre ignote e luoghi imperiali, spettacoli teatrali, cinema di schermi sogni e visioni, programmi televisivi di storia, canti d’amore, di primavera, canzoni di crociata, bardi e menestrelli, goliardia e satira politica, mercato medievale di prodotti, monete e di antichi libri, botteghe e mestieri, tecniche d’affresco, pranzi e cene medievali, balestrieri e sbandieratori. Tutti questi argomenti e molti altri, una grande “summa” di saperi esposti con perizia, conoscenza, tecnica e passione da un centinaio tra storici, saggisti, filosofi, scrittori, giornalisti e registi durante tutte le giornate del Festival.
LA DOPPIA NATURA UMANA, fisica e spirituale, e la libertà nel concorso della conoscenza è spiegata da Ugo da San Vittore, filosofo, teologo, mistico, vissuto attorno al 1100 (citato persino da Dante nel Paradiso XII 133, introdotto da San Bonaventura) nella sua opera “De unione spiritus et corporis”: “L’uomo si compone di una doppia natura, una spirituale e una corporale così è munito di una doppia facoltà cognitiva. All’interno è dotato della ragione, che è orientata alla contemplazione dell’invisibile, all’esterno è dotato della sensibilità che gioisce della contemplazione del mondo visibile. La ragione trova nei beni invisibili il suo frutto e il suo piacere, come la sensibilità scopre nei beni sensibili il gusto al quale è adattata”. E così continua nell’altra grande opera “Didascalicon”: “Omnia disce; videbis postea nihil esse superfluum: coarctata scientia iucunda non est. Ogni cosa insegna; ti accorgerai col tempo che niente è superfluo nella conoscenza: il sapere limitato non provoca letizia”. Impara con piacere da tutti ciò che non sai, perché questo può farti partecipare del possesso di quel bene speciale che la natura ha riservato ad ogni singolo essere umano. Sarà più sapiente di tutti colui che avrà voluto imparare qualcosa da tutti.
marilena badolato