STEFANO RONCHI, MARCO FRANCALANCIA, NIKOS LIOUTAS, GIACOMO E. CALDERONI, GIULIO VOLPI IN MOSTRA AL CERP-ROCCA PAOLINA-PERUGIA
STEFANO RONCHI e i suoi, nostri animali: riprendere la “bellezza della loro esistenza”, perché fotografare è scrivere con le ombre e disegnare con le luci. Gli animali “ donano sentimenti” e le meraviglie nascoste del mondo animale sono il motivo di questo artista e della “sua bella avventura”. Il leprotto e la golosità innocente del tenero germoglio in bocca, la piccola volpe dagli occhi languidi, i colibrì, gli uccelli variopinti in volo, il gufo reale dalle ali euclidee, gli occhi profondi del rapace, uno sguardo che rapisce fierezza. GLI ANIMALI PARLANO UNA LINGUA UNIVERSALE E TRASMETTONO LA SICUREZZA DELL’IMMUTABILITA’, UN FASCINO STRAORDINARIO.
NIKOS LIOUTAS. I sentimenti e le emozioni di visi che raccontano storie di uomini e ambienti. VOLTI, PERCORSI E VITE “ ANTROPOLOGICAMENTE ATTRAVERSATI” e quasi riflessi a noi, tante sono la luce e la rifrazione usate. Così appare un interno domestico o una “Anziana donna di etnia Dai di Mangtuan Contea di Gengma, Yunnan in China”, la contea cinese del tè, o i bambini che giocano in strada tra vecchi vicoli e materassi abbandonati o in spiagge incontaminate come a Kumkapi, Instambul in Turchia o a Cagliari in Sardegna, e ancora giovani donne in costumi da fiaba che conversano sopra il “Vecchio ponte sul fiume Mekong”, sempre nella contea di Yunnan. E ancora “La Moschea blu di Sultanahmet”, a Instambul, o la Danza sufi, della meditazione e dell’estasi .
MARCO FRANCALANCIA apre con paesaggi straordinari anche nostri. “Assisi”, 2007, come non l’abbiamo mai vista, in una rosseggiante fisionomia; “Castelluccio”, del 2009, il pianoro immenso con le mucche che pascolano sommessamente, variamente mantellate, o “Colfiorito”, l’altopiano arato e pronto ad accogliere semi. E ancora “Postignano”, castello arroccato avvolto nelle nebbie del Nibbio; o “Assisi San Presto” uva avviticchiata ad alberi in comunione con la corteccia e stretta ai rami per una prova d’autore. Straordinario come l’occhio esperto colga particolari che noi non vediamo e ce li regala PER FARCI ASSAPORARE FINO IN FONDO UNA BELLEZZA TANTE VOLTE VISTA, MA A NOI SCONOSCIUTA.
GIACOMO E. CALDERONI espone il suo Sahara segreto, Il “ Tassili n’Ajjer” . Entrando in questa sala si legge: “ Avvicinate i vostri cuori e allontanate le vostre tende”. E il cuore è da subito vicino a queste straordinarie immagini del Sahara e del mondo Tuareg del tè del deserto. Foto naturali scattate con pellicola diapositiva Velvia 50 che non hanno subito nessuna modifica di photoshop. Affascinazione di un artista gourmet tra fasto e miseria, tra modernità e riti primordiali, tra splendide realizzazioni d’arte e vita primitiva. L’Incredibile Sahara algerino e libico in 50 foto, uno “spazio vuoto “ che collega mondi, paesi e civiltà diverse del continente africano. Nel deserto i sensi sono sempre svegli e il silenzio diventa rumore da ascoltare. Antichissima civiltà nei graffiti lasciati sulle rocce: grandi animali del periodo del Bubalus Antiquus dal 10.000 al 6.000 a. C. E poi sabbia giallo oro e arancio caldo o grigio metallico quando cala il sole, MAGIA DI DISEGNI CHE RAPPRESENTANO IL NULLA, CHE SOLO IL VENTO CONOSCE E SI DIVERTE A CREARE.
GIULIO VOLPI segue i suoi percorsi intimi. Nel trittico in parete risplende di luce propria “Incontro”, mentre in “Schegge di memoria” le punte lapidee appaiono ben impresse nella mente, e “ Risveglio” è siglato da una lenta circonvoluzione, quasi a rappresentare il lento riprendere consapevolezza di sè; poi ancora “Percorsi interiori”, dove i chiodi fissano come puntelli, un paesaggio fatto di temporalità e di spazialità: il tempo, l’orologio, e lo spazio, la pietra del luogo. In “ In Viaggio” la storia sembra attraversata da figure e miti e simboli del passato fissato da chiodi ben ancorati al tempo. I chiodi fissano, ben legati, lo spazio al tempo, un po’ come dei punti fermi da cui non è possibile prescindere per mantenere, attraverso giochi di forza, un equilibrio interiore e del mondo. Nella scultura su pietra “Il Silenzio è musica”, opera in travertino e ferro del 2013, il suono è inchiodato tra la mente e la gola, bypassando l’orecchio che percepisce, e i chiodi ne segnano e delimitano il percorso e indicano la direzione del suono, NERI E TONDI E COLLEGATI DA LUNGHI FILI: SEMBRANO NOTE SCRITTE NEL PENTAGRAMMA DI UNA VITA.
Frammenti di Natura, mostra fotografica di Stefano Ronchi; Un viaggio/Molti viaggi. Terre, genti, sensazioni attraverso gli obiettivi di Marco Francalancia e Nikos Lioutas; Immagini dal Sahara “Il Tassili N’ Ajjer”, mostra fotografica con proiezione audiovisivo di Giacomo E. Calderoni; Le nuove sculture: percorsi interiori di Giulio Volpi.
CERP Centro Espositivo Rocca Paolina- Perugia 7-29 giugno 2014
marilena badolato maribell@live.it foto di marilena badolato