TEATRO MORLACCHI- PERUGIA Tag

21 Feb TEATRO MORLACCHI-PERUGIA: REGALO DI NATALE.

IL FASCINO DEL POKER, ludico certo, ma intelligente e quindi coinvolgente e talvolta pericoloso a base di ilinx, la ricerca di panico, la vertigine, come dice spesso in scena Lele (l’ottimo Giovanni Esposito). Una vertigine quasi annunciata, un complotto, un mettere a nudo incomprensioni, accadimenti, sconfitte, vita passata. In quell’oscuro meccanismo del tavolo verde, altare colorato dove tutto stasera si consumerà fino a un epilogo finale. Raccontando la vita di tutti, le esperienze, la gioventù, i trascorsi insieme che rivelano strani comportamenti nascosti dietro un mazzo di carte e una “finta” partita tra vecchi amici.   E NOI SPETTATORI conoscitori del meccanismo del gioco aspettiamo i cip, i vedo, i rilanci, per avere un quadro più limpido della situazione, e starà alla bravura dei protagonisti (cinque attori di grande livello)…

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16 Dic TEATRO MORLACCHI-PERUGIA: (SE) IL SILENZIO (E’) GRANDE.

SE il silenzio è “grande” fa male. Il silenzio grande è il contenitore di tanti piccoli silenzi di parole mai dette, un male profondo, familiare e collettivo. “La somma di tutti quei piccoli silenzi che messi insieme ne diventano uno solo, enorme e difficile da sconfiggere” è la teoria della fedele cameriera Bettina (un’ottima Monica Nappo di vitalità e colore), vera anima della famiglia Primic, che ”i rumori di questa casa li sente tutti” e li interpreta col suo semplice buon senso e partecipazione sentimentale. Lei, il vero deus ex machina, lei che ci guiderà lentamente e per tutto il “tempo senza tempo” dei suoi 20 o 30 o 40 anni vissuti in seno alla famiglia come domestica confidente, alla comprensione, anche quella finale, di tutto il plot di cui…

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17 Nov TEATRO MORLACCHI-PERUGIA: IL MAESTRO E MARGHERITA CON “QUEL DIAVOLO” DI MICHELE RIONDINO.

SIAMO proprio dentro la Mosca degli anni Trenta dove Satana-Woland, con la sua bizzarra corte, semina caos divertendosi. E mette in scena uno spettacolo come uno strano circo che diventa il nostro, ora.   “Dammi i sogni, quelli veri, quelli che si fanno di notte”. Questo l’incipit sul palcoscenico del Morlacchi della straordinaria opera Il Maestro e Margherita di Bulgakov. Perché ciò che rende diversi gli esseri umani dagli altri viventi e ciò che li rende sociali, è proprio la capacità di immaginare cose che non esistono: i miti e i riti, le filosofie e le ideologie, il mistero del bene e del male, del giusto e dell’ingiusto.  Così in scena vediamo il diavolo che arriva a Mosca e la sconvolge, e nello stesso tempo assistiamo a una potente storia…

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03 Nov TEATRO MORLACCHI-PERUGIA. “SI NOTA ALL’IMBRUNIRE”: SOLITUDINE COME INERZIA DI VIVERE.

SOLI si nasce. Soli si diventa e spesso si rimane. E soli si muore. Vivere da soli permette a desideri e realtà di confondersi e la vita può diventare esattamente come uno decide che sia. Ma la solitudine regala anche “l’inerzia” di vivere. Solitudine come immobilità. Vivere “seduto” su tutto, sul tempo, sugli accadimenti, sulle presenze. Perchè “la sedia spezza la linea originale del corpo” e da seduto “puoi avere il senso del controllo”. E forse questo maggiormente Si nota all’imbrunire, al tramonto del giorno e della vita, dove esplode dentro un inconfessabile desiderio di essere compresi nella vecchiezza, quando i figli si dimenticano e quando muore l’altra metà di una vita, anche se si può sembrare ironici, quasi felici e autosufficienti.  Quando la “memoria è lontana e la solitudine…

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11 Feb TEATRO MORLACCHI- PERUGIA. SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE: CREDIBILE E UMANA E’ LA FIABA.

SHAKESPEARE C’E’ TUTTO, con il suo gioco favolistico del rovesciamento dei ruoli. Le vicende degli uomini catapultate nel regno del sogno, della fiaba, dell’immaginifico immaginario. I folletti, le fate dei boschi vincono su tutto  rendendo importante, anzi essenziale, il rimaneggiamento degli accadimenti.  Tra dispetti e incontri, tra amanti incompresi, amanti in fuga, amanti non corrisposti, il bosco si fa fitto di equivoci e malintesi, con un re e una regina litigiosi (Titania e  Oberon) e creature magiche che mescolano le carte,  ingredienti ideali per una commedia. Mito, fiaba e quotidianità si intersecano  senza soluzione di continuità e questo porta a riconoscere, all’interno dell’opera, suggestioni che vanno dalle fonti classiche  al patrimonio folklorico inglese delle fate e dei folletti burloni. Persino la natura vive di queste occulte presenze e svia, allontana…

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25 Gen TEATRO MORLACCHI- PERUGIA. PREZIOSI E’ VAN GOGH CON L’OSSESSIONE DEL BIANCO.

L’OSSESSIONE DEL BIANCO. Per un pittore una  tela bianca. O una parete assurdamente bianca, un vuoto  da colmare con quadri appesi “ vorrei qualche dipinto di Degas o Gauguin e  chiedi a ognuno…senti se vogliono un quadro mio. Ma no, non li potrei  appendere qui, sarebbe come rinchiudere anche loro…qui dentro ” esordisce Preziosi- Van Gogh, rivolgendosi al fratello Theo, immagine cara, protagonista di un fitto epistolario con il pittore sono alla morte, ma qui fantasma del delirio. E il qui dentro è la stanza perfettamente bianca  e asettica del manicomio di Saint Paul che accolse Vincent in uno dei suoi deliri. E lo smarrimento, il senso di vuoto dell’ “odore assordante del bianco” dove i cinque sensi sono annullati da quel biancore che non ha colore,  non  ha  odore,…

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18 Dic TEATRO MORLACCHI- PERUGIA. UN CUORE DI VETRO IN INVERNO: FILIPPO TIMI, IL CAVALIERE DEL DONCA.

UN TIMI NOSTRANO ravvivato dal dialetto amato e calante, a tratti ironico, a tratti sognante. “Un cavaliere sgangherato, con l’armatura e il donca”, è  stato scritto. Tra l’angelo custode che lo protegge, cullandolo di note poetiche (la bionda e ammiccante  Marina Rocco), la prostituta che lo tenta con un realismo denso di reggipetti stesi ad asciugare (Elena Lietti), un menestrello  che invece che cantare dolci note è triste (Andrea Soffiantini) e uno scudiero che rappresenta tutta la gioventù del dubbio (Michele Capuano), si erge Lui che lotta con  le proprie paure e i propri  fantasmi, che rappresentano il “drago” della storia.  Di donchisciottesca memoria, Timi sguaina la spada salendo “su pe la scala “  su e ancora su verso la Luna, mentre Neil Armstrong racconta a viva voce il suo…

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07 Dic TEATRO MORLACCHI-PERUGIA: PIPPO DELBONO E FORSE “LA GIOIA”.

URLARE LA GIOIA. “Non pensare alla Gioia, ma provala e questa sera la Gioia è sicuramente qui da qualche parte…forse è in quei fiori”.  Pippo Del Bono e la sua compagnia cercano di raccontare i sentimenti più estremi e lo fanno  a teatro dove il contatto con il pubblico è più vicino, reale, convissuto, dove l’artista scende dal palco e cammina tra gli spettatori comunicando, in  un vis à vis talvolta tragico, la  disperata ricerca della Gioia. Esiste, non esiste, è sfuggevole, immediatamente svanita tra sentimenti estremi di felicità-entusiasmo, angoscia-dolore, esplosione a volte incontrollata di esistenze opposte. E questo è il teatro,  il fascino di comunicare l’incompletezza dell’esistenza, e il suo continuo  interrogarsi.   E LA GIOIA, quella catturata al momento, fa parte di questo carosello di clown gioiosamente colorati,…

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05 Nov TEATRO MORLACCHI-PERUGIA: LA PAROLA CANTA. NAPUL’ E’ CON PEPPE E TONI SERVILLO.

“LA PAROLA CANTA”, segni e suoni di Napoli nello spettacolo dei fratelli Servillo, Peppe e Toni, che cantano poesie e recitano canzoni, facendo rivivere alcune delle vette più alte della cultura partenopea. Napoli nell’opera di poeti, musicisti e scrittori che di Lei hanno cantato, e sono tanti da Eduardo De Filippo a Raffaele Viviani, da E. A. Mario a Libero Bovio, fino a voci contemporanee come quelle di Enzo Moscato, Mimmo Borrelli e Michele Sovente. Napoli con la  sua lingua e la gestualità, la malinconia struggente e la esplosiva voglia di vivere. Parole e suoni si compenetrano, la musica si fa teatro e viceversa, così i testi parlati moltiplicano il valore del loro contenuto intonando melodie. E in scena anche i bravissimi musicisti del “Solis String Quartet”, viola, violini e…

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25 Feb TEATRO MORLACCHI-PERUGIA: CALENDAR GIRLS CON ANGELA FINOCCHIARO

IRONICO, provocatorio, coinvolgente, Calendar girls, ispirato  a un fatto realmente accaduto, è un testo teatrale che narra una storia di amiche, donne di mezza età dai corpi veri e imperfetti e fotografate alle prese con mansioni quotidiane, decise a creare  un sexy calendario. Serene e quasi divertite, anche se all’ inizio riluttanti e aiutate da bicchierini di vodka, hanno ben impresso in mente lo scopo finale: vendere quel calendario per raccogliere fondi destinati a un ospedale dove  è morto di leucemia il marito di una di loro.   ISCRITTE a una grande associazione inglese di volontariato  femminile, il Women’s Institute, le mature ragazze abbandonano tè e torte, il ricamo e il bon ton, le esilaranti posizioni yoga, gli incontri pseudo culturali dedicati al “cavolo e alla sua storia medievale” o…

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20 Gen TEATRO MORLACCHI- PERUGIA: IL PADRE, CON HABER E LANTE DELLA ROVERE.

UNO SPLENDIDO HABER interpreta gli smarrimenti di un malato di Alzheimer, ne “Il padre” di Florian Zeller. Incerto, traballante, visionario, aggrappato spesso alla figlia, quella vivente (una bravissima Lucrezia Lante della Rovere) che soffre la situazione sulla sua pelle, e a quella morta, a lui non meno presente, e che cerca disperatamente di fermare con un ricordo sempre più flebile e confuso. Confuso anche per noi spettatori che la vediamo o almeno crediamo di vederla in scena.   IL PERCORSO lungo e difficile e il tema profondamente commotivo vengono magistralmente rappresentati senza retorica o inutili pietismi, ma quasi con leggerezza, grazie anche alla regia  di Piero Maccarinelli che fa rivivere agli spettatori, con uno scambio continuo  di personaggi, identità e situazioni, la stessa realtà di perdita continua che vive il…

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