Blog

TEATRO CUCINELLI-SOLOMEO: PATRICE CHEREAU INTERPRETA COMA

“Un francese” disperato e solo. L’ uomo e la sua lingua. Così appare su un palcoscenico nudo e spoglio Patrice Chereau, e una lingua di vocaboli e suoni che esprimono il dolore la cupezza, la disperazione della solitudine e della depressione.

Patrice Chereau legge Coma di Pierre Guyotat. Un testo denso per un monologo serrato, mentre in alto scorre la traduzione in italiano.

La scrittura, le parole si intrecciano con la vita, con una desolata condizione. La vita è una sofferta biografia di malattia, di entrata-uscita da ospedali, da amicizie, da rapporti occasionali, da dolori-gioie. Le esperienze di vita diventano simbolo di un vissuto tramite le parole – nessuno, in questa lingua, ha scritto come faccio io– La depressione come lucidità e agonia, sogno e  cruda fisicità.  Delirio e  passione carnale si alternano in questo faticoso assolo di suoni gutturali, forti, di rotacismi striscianti di lingua francese sofferta – più intervengo nella lingua, più vivo -.

Civetta, pesci, maiali neri, corallo – inizia così questa piece teatrale: per capire il mondo bisogna mescolare più realtà, più suoni. Essere esseri umani in un mondo vegetale, minerale, animale, esseri diversi.- Non mi vedo più nel futuro degli altri, perché in fondo il mondo esiste solo per i cinque sensi -che vedono,  sentono,  toccano. La depressione esclude invece dal mondo, isola, rende inaccessibili –come il canto flebile e fragile del cardellino-…-mi sento come morto, alla deriva. mi sento come in COMA-…- è  il cuore che mi fa pensare, mentre il sangue non riscalda più.- E’ la passione a mutuare ormai il pensiero. Continua l’affascinazione di vocaboli francesi, parole e suoni rochi che si perdono in gola che raccontano bene il dolore e la sua profondità.

Mentre lavoro, la notte, vedo le stelle entrare nella testa– I sogni sono mescolati alla realtà, di notte. Delirio delle ombre che nascondono i corpi dei desideri, la fisicità di un desiderio.

– Le parole, i nomi, devono parlare, oppure sparire, e cancellarsi nelle interazioni della collera- Malgrado la scrittura, in fondo Lui è solo, irreversibilmente solo. Tenta di risollevarsi, ma senza nemmeno lui stesso accanto.

La bellezza di questa lingua è troppo forte, troppo densa. La lingua va più veloce della mia volontà, della mia forza… questo splendore mi uccide-

La perfezione, la musicalità dei suoni, la  ricerca della parola, approdo ultimo e qui invece ultima spiaggia dello scrittore.

Qui dell’uomo.

Ma, servono le parole a restituirci il mondo?

Bellissima partecipativa performance di Patrice Chéreau, celebre regista di cinema, teatro e opera, che legge COMA, testo di Pierre Guyotat. Regia di Thierry Thieù Niang


Fuori il borgo di Solomeo, bello e sereno, illuminato da decine di piccoli alberi di natale dalle mille luci

TEATRO  CUCINELLI- SOLOMEO     Mercoledì 19 dicembre ore 21

STAGIONE ARTISTICA 2012-2013

L’Arte ha bisogno di rivelarsi, di rappresentarsi, di respirare e dare respiro all’anima per rivelare all’uomo ciò che possiede ma che spesso non sa di avere. Brunello Cucinelli

marilena badolato      maribell@live.it

AUTHOR - Marilena Badolato