TEATRO CUCINELLI-SOLOMEO: RISING DI AAKASH ODEDRA, DALLA TERRA AL CIELO.
Rising, un viaggio estetico in quattro assoli per contemplare il bello, emozionarsi dal profondo. Una danza ipnotica e leggera, ma stilistica e tecnica, dove il corpo, la sfera fisica è sempre unita a quella spirituale. Il connubio è stretto, ancora una volta l’oriente assorbe l’occidente e lo fa suo.
Apre il brano Nritta, danza tradizionale indiana Kathak, tra misticismo e sensualità. Il ritmo è coinvolgente, cambia registro con il movimento, è assorbito dalla nebbia prima fitta e poi diradata dai movimenti leggeri, materia contro materia, densità contro evanescenza. Aakash va e viene nella nebbia, dove scompare e riappare, grigio nel grigio. Un solo fascio di luce lo illumina in un assolo di circonvoluzioni sempre più strette, sempre più tecniche, versatili, vigorose, travolgenti. Si racchiude a terra, la luce si affievolisce, la nebbia si alza e Lui scompare, torna da dove è venuto, all’origine.
Nella seconda parte, In the Shadow of Man, Aakash è una anatomia primordiale immobile, frammista a grida agghiaccianti. Scapole alate sotto il faro di luce simulano un embrione di vita, un uccello nel nido che prova a volare. Implume, perchè nudo, si muove lentamente roteando le ali per imparare il volo. Diventa uomo disteso, uomo ruotante, uomo stirato, graffiato, strisciante che emette grida ferite. Uomo in cento circonvoluzioni perso, uomo-uccello caduto dal nido. Ritorna a terra, è chiuso, serrato sotto la luce del fascio centrale, si spenge, nella nebbia sparisce.
In Cut, che segue, la piramide di luce fende la nebbia e inquadra mani roteanti, bianchissime, dove la danza appare solo per dettagli illuminati, un plastico roteare vorticoso di braccia e mani. La musica è ossessiva, penetrante. Lui si arrovescia all’ indietro e guadagna l’uscita di scena, si allontana nella nebbia che lo avvolge, lo cela, lo annulla alla vista.
Il finale è di luce. In Costellation ritorna la pace. Armonia delle forme. Le luci si animano al tocco dell’uomo che si ricompone nel creato e con la divinità. La musica si fa più distesa, l’afflato spirituale riaffiora presente. Il cielo è popolato di stelle-lampade: Aakash è perso nella sua luminosità siderale. Le luci si accendono a un tocco lieve. Si spengono allo stesso tocco. Un’ unica luce rimane, Lui l’afferra in mano, vorticosamente la fa roteare, la stringe a sé, gli illumina il viso. Forse la luce di un dio è questa, per una meditazione. Luce dell’empireo, era il cielo greco “infiammato”. Prima che il buio, la nebbia ricopra ancora il danzatore e il suo cielo di stelle posticce.
TEATRO CUCINELLI- SOLOMEO RISING – AAKASH ODEDRA
Stagione di Prosa e Danza 2013-2014
marilena badolato maribell@live.it 25 febbraio 2014