TEATRO CUCINELLI-SOLOMEO: THE NIGHT DANCES CON CHARLOTTE RAMPLING E SONIA WIEDER-ATHERTON
Io sono verticale
Ma preferirei essere orizzontale.
Non sono un albero con radici nel suolo
succhiante minerali e amore materno
così da poter brillare di foglie a ogni marzo.
[...] Stare sdraiata è per me più naturale.
Allora il cielo ed io siamo in aperto colloquio,
e sarò utile il giorno che resto sdraiata per sempre:
finalmente gli alberi mi toccheranno, i fiori avranno tempo per me [...]
E COSI' SARA' CHARLOTTE RAMPLING IN SCENA, traspirante l’ angoscia delle composizioni di Sylvia Plath, poetessa invasa dal male di vivere, e di una lucidità esasperante. Asciutta spettrale diafana sotto la luce bianca che la illumina, così appare l’attrice, icona di una sensualità profonda, che qui cerca di cancellare. Unica voce recitante nella serata dedicata ai versi della Plath e con le suites per violoncello di Benjamin Britten eseguite da Sonia Wieder Atherton.
SCARNA SCALZA E PALLIDA, di quel pallore esistenziale che il verso richiede. E una angoscia intelligente e infinita, di un pessimismo cosmico che si nutre della parola “morte” così ricorrente. Va a memoria questa recita di tristissime note, delle poesie e del violoncello che le accompagna: stessa voce roca, timbricamente disperata, ma tecnica e lucida, di altissimo livello. Persino le aspirate inglesi diventano sospiri. Se “ l’occhio è braciere del mattino”, l’archetto vibra sulle corde tese e le fa impazzire e le pizzica con violenza. Tocca la mano le corde e scivola poi imperiosa, e scivolano i versi tutti a memoria di un’artista che recita seduta, poi improvvisamente stesa su un cubo o verticale davanti a noi, annullata. In controluce la scena appare calma, ma di “quella calma che anticipa qualcosa di orribile”. Mentre la Rampling continua a declamare come pallida statua di dolore . L’unico colore che appare è il “rosso sangue” del “ mi ricucivano con la seta come fossi una stoffa”. E la musica riprende, ossessiva, nel ricordo del padre perso da bambina, che cercherà sempre di raggiungere, per colmare quell’abbandono, fino all’esito finale.
IL CUORE SI CHIUDE davanti a noi, in quella scarna figura appena sbiancata dalla luce, mentre il violoncello si spenge lento e poi guizza nell’ultimo affanno. Le mani e le braccia sono strette e allineate contro il corpo, in una fisicità ancora prepotente che la Rampling vuole annullare per diventare una figura nera e compatta. Conclude Love letter, Lettera d’amore, pubblicata poco prima della morte:
[…] Tree and stone glittered, without shadows.
My finger-length grew lucent as glass.
I started to bud like a March twig:
An arm and a leg, and arm, a leg.
From stone to cloud, so I ascended.
Now I resemble a sort of god
Floating through the air in my soul-shift
Pure as a pane of ice. It's a gift.
[…] Albero e pietra scintillavano, senz’ombra.
La mia breve lunghezza diventò lucente come vetro.
Cominciai a germogliare come un rametto di marzo:
un braccio e una gamba, un braccio, una gamba.
Da pietra a nuvola, e così salii in lato.
Ora assomiglio a una specie di dio
e fluttuo per l’aria nella mia veste d'anima
pura come una lastra di ghiaccio. E' un dono.
Emozioni non certo sospese, ma inchiodate dentro l’anima.
TEATRO CUCINELLI- SOLOMEO
THE NIGHT DANCES
Di Benjamin Britten, Sylvia Plath
Voce Charlotte Rampling e Violoncello Sonia Wieder- Atherton
Da un’idea di Sonia Wieder- Atherton e Charlotte Rampling
Con la collaborazione di Emmanuelle Touati
Regia Sonia Wieder- Atherton; Luci Frank Thevenon
STAGIONE DI PROSA 2015-2016
Fondazione Brunello e Federica Cucinelli-Solomeo; Teatro Stabile dell’Umbria
marilena badolato