TEATRO MORLACCHI-PERUGIA: (SE) IL SILENZIO (E’) GRANDE.
SE il silenzio è “grande” fa male. Il silenzio grande è il contenitore di tanti piccoli silenzi di parole mai dette, un male profondo, familiare e collettivo. “La somma di tutti quei piccoli silenzi che messi insieme ne diventano uno solo, enorme e difficile da sconfiggere” è la teoria della fedele cameriera Bettina (un’ottima Monica Nappo di vitalità e colore), vera anima della famiglia Primic, che ''i rumori di questa casa li sente tutti'' e li interpreta col suo semplice buon senso e partecipazione sentimentale. Lei, il vero deus ex machina, lei che ci guiderà lentamente e per tutto il "tempo senza tempo" dei suoi 20 o 30 o 40 anni vissuti in seno alla famiglia come domestica confidente, alla comprensione, anche quella finale, di tutto il plot di cui è capace lo scrittore giallista Maurizio De Giovanni in questo suo lavoro “Il silenzio grande”. Ed è sempre lei che dialoga con Valerio Primic, padrone di casa e scrittore celeberrimo, interpretato da un Massimiliano Gallo dalle ottime doti recitative. E Quando Valerio le chiede: «In che cosa sarei stato carente, si può sapere?», lei risponde: «Nel silenzio, professo’. Nel silenzio. Il silenzio è una brutta malattia, e voi l’avete presa senza accorgervene. Comincia piano piano, il silenzio, e cresce sempre. Invade. Come una specie di tumore”.
QUI IL TEMPO NON ESISTE e il silenzio del non detto, del rimandato diventa anche il non luogo, o meglio il solo unico luogo dove si svolge l’azione intera, che è la stanza prediletta con l’immensa biblioteca di libri ricchi di quelle parole, "quella scrittura che inventa un mondo che non c’è. Perché in questi libri non ci sta tutto quello che si deve sapere", rivela sempre Bettina. Nella stanza, tutto lì avviene, tutto lì è parlato di quello sempre taciuto. Una stanza-confessionale dove i personaggi problematici, trepidanti, disillusi, introversi o invece logorroici, lentamente si disvelano. Dalla moglie nevrotica che ricorda in continuazione debiti e conti che non tornano, al figlio che si rivela omosessuale, dalla figlia che annuncia di essere incinta di un uomo anziano e sposato alla devota governante che appare nume tutelare, saggezza semplice dalle tonalità umoristiche di colorito partenopeo dove tutto, persino la lingua e la vita, è Teatro.
IL VELATINO DEI RICORDI. Così, mentre il presente lentamente ci appare chiaro (o tale sembra), i ricordi e le figure collaterali appaiono e svaniscono proiettati quasi evanescenti su un velatino, diventando simboli iconici. Questa firma scenografica di Alessandro Gassmann, regala un effetto di non realtà, di "aldilà" che ci spiazza come se entrassimo in un’altra dimensione, che è poi in sostanza il finale a sorpresa dell’autore. Questo incontro improvviso, quasi cinematografico, tra un testo che "profuma di Eduardo” e le moderne tecniche di proiezione, ci cattura in un una contaminazione riuscita e coinvolgente, una emozione che ci trascina direttamente dentro alla commedia.
IL CAST. Brava Stefania Rocca che riesce a trasmettere tutta la complessità psicologica e sentimentale della moglie Rose. Bravi anche Jacopo Sorbini e Paola Senatore nei ruoli dei figli di Valerio Primic: ragazzi immaturi, delusi e senza prospettive Veramente notevole Massimiliano Gallo nell’interpretare Valerio Primic, figura reale e irreale per quella dolcezza che ne sfuma i contorni, regalata anche dalla flessione partenopea e alle spalle del quale appare sempre Monica Nappo, la più applaudita in scena, un'impronta interpretativa di un'ironia, di una spontaneità teatrale di sana naturalezza e vera umanità. Entrambi indossano la “maschera” del teatro dell’Arte quella condita di “napoletaneità” carica di sentimento, di sorridente pathos. Sono questi gli elementi che fanno de Il silenzio grande uno spettacolo ben congegnato, con un colpo di scena dolce nei contenuti e nella forma. Uno spettacolo reale e irreale, segnato dal tempo degli accadimenti e dove non esiste tempo, da personaggi in carne ed ossa e da figure invece evanescenti, da sorrisi misti a malinconia, da sorprese e misteri, in una giostra di sentimenti. Con la consapevolezza che forse il tempo venga fermato anche nel finale. Ed è il coup de theatre che cambia infatti la lettura delle cose: ora si può svuotare la biblioteca dai libri, lasciare la casa, traslocare altrove. Abbandonare quella stanza dove tutti hanno costruito la loro identità andando a cercare un padre-marito assente. E assente per davvero. Ora non è più il momento dei silenzi. E’ora di andare verso la realtà della vita.
TEATRO MORLACCHI- PERUGIA
Il silenzio grande
una commedia di Maurizio De Giovanni
uno spettacolo di Alessandro Gassmann
con Massimiliano Gallo e con Monica Nappo, Paola Senatore, Jacopo Sorbini
con la partecipazione di Stefania Rocca
regista assistente Emanuele Maria Basso
scene Gianluca Amodio; costumi Mariano Tufano; light designer Marco Palmieri; elaborazioni video Marco Schiavoni; musiche originali Aldo & Pivio De Scalzi; suono Paolo Cillerai.
Produzione Diana OR.I.S
marilena badolato