UMBRIA DELLE MIE TRAME: MERLETTI, PIZZI E RICAMI TESSONO ITINERARI UMBRI
L’intreccio nel vuoto che diventa visibile, prezioso, ornato. Trasparenze di punti lanciati in aria. Così nasce la trina e poi il merletto. Punti nel vuoto a costruire un impianto.
UMBRIA DELLE MIE TRAME, qual' è (tra esse) la più bella del reame? In questo caso ardua è la risposta. Chè parliamo di bellezza tout court. Di maestria unita a creatività, di estrema perizia tecnica mescolata a passione e pensiero. Chè, quando si ricama, ci si isola dal mondo sensibile per immergersi nella creazione di una tecnica che cammina quasi da sola, scorre lungo trame amiche, le studia e mai le dimentica e procede a costruire bellezza. Siano disegni classici o” nuovi canovacci”, siano inaspettate forme di antichi fogli ritrovati, siano esperienze del passato, colori e immagini simbolo che vogliono parlare da quella stoffa o comunicare al mondo un pensiero. Tutto ciò si trasforma lentamente, ora dopo ora, giorno dopo giorno in un capolavoro in quelle mani.
TELAI FILI FUSELLI SPILLI. Si può parlare di merletti e ricami e trine e pizzi dal punto di vista tecnico, ma dietro c’è molto altro. Ci sono borghi, panorami, viuzze o piazze, profumi, venti e acque di fiumi o laghi, ci sono volti cari spesso da ricordare, ambienti e silenzi così pregiati, voglia di solitudine ancestrale, quella antica che era densa di ricordi e pensieri lontani. Siano stati ambienti claustrali, dove in silenzio si meditava, siano stati luoghi di lavoro dove invece si chiacchierava di tutto in leggerezza, o singole stanze dove si osservavano le proprie mani muoversi veloci- loro gelose custodi di antichi saperi- che scorrevano quasi inconsciamente a costruire bellezza. E bellezza diversa che ricopia fedelmente i luoghi che ha visto o che vede, i panorami diversi, le diverse storie, che i pizzi sono propri dei laghi e le tele tessute dei luoghi montani e i telai di antiche maestrie già cittadine, dove l’ago o il fusello guidavano la mano sopra quel tondo tombolo. I fuselli di piombo pesante (i piombini) per ruvide tele, quelli d’osso per sete gentili- citati persino da Shakespeare ne “La dodicesima notte”- e sino al legno, talvolta finemente istoriato di fuselli “vestiti a festa”. Fuselli per ricamare il vuoto, per creare dal nulla elegantissime trasparenze.
E RICORRONO NOMI DI GRANDI DONNE ARTIGIANE E ARTISTE DEL PASSATO, fondatrici anche di importanti scuole: Romeyne Ranieri di Sorbello, Alice Hallgarten, Anita Belleschi Grifoni, Giuditta Brozzetti, Elvira Tosetti, Elena Guglielmi, che hanno creato, insieme a splendidi manufatti, cultura e ricchezza ponendo l’accento sulla nostra Umbria con operazioni di marketing ante litteram.
L’UMBRIA E’ UN FAZZOLETTO RICAMATO. La lunga storia della pubblicazione “Umbria delle mie Trame” si dipana in capitoli che racchiudono immagini, volti e scuole importanti dove i pizzi e i merletti diventano materia di un secolare “saper fare”: “Grifi e fuseruole”, racconta le collezioni del Museo Laboratorio Giuditta Brozzetti, dell’Associazione Arti decorative italiane, quelle della Galleria nazionale dell’Umbria o i ricami della Casa Museo di Palazzo Sorbello, l’ Arte Artigianato di Anna Barola e ancora l’ Accademia Punto Deruta; “Ars Wetana” racchiude i lavori dell’Associazione culturale Arte Orvietana, e dell’Atelier Merletto d’Orvieto; “La Cruna del lago” illustra l’Ars panicalensis, il Museo del ricamo su tulle “Anita Belleschi Grifoni”, l’Associazione P.Es.Co Merletti e ricami, il Museo del Merletto di Isola Maggiore, la Scuola di Rete a Filet Mòdano di San Feliciano, il Punto d’Arte di Città della Pieve; il capitolo “La Tela della bellezza” si apre con la famosa Tela umbra, con l’Associazione Gubbio ricama, e Filinfiore; a seguire e concludere “Le valli dei ricami” con la Scuola di Ricamo di Valtopina e il suo Museo del Ricamo e del Tessile, l’Accademia Punto Assisi, il Laboratorio tessile di Luciana Pasqualoni Franchi, la Collezione di merletti di Arnaldo Caprai, il Museo del Costume e del Tessuto antico, il Museo della Canapa di Sant’Anatolia di Narco. Concludono la pubblicazione le interessanti notazioni su: Le tecniche: tela, ricami e merletti; Il filo del discorso; la Legge della tavola; I Musei che hanno stoffa.
Quante storie dietro quelle mani che agili si muovono. Un “saper fare” ancestrale che perdura da millenni e non morirà mai , finche esisterà la bellezza e la sua storia.
Umbria delle mie Trame. Tessuti, merletti e ricami: gli itinerari dell’alto artigianato artistico. Testi e coordinamento editoriale di Federico Fioravanti, collaborazione ai testi di Manuela Ferretti e Daniela Querci. Fabrizio Fabbri Editore. Pubblicazione a cura di Promocamera, azienda della Camera di Commercio di Perugia.
marilena badolato