UN SALUTO A CARLA SCHUCANI.
RACCONTAVA la città, la storia, gli eventi perugini. Dalle abili mani uscivano capolavori di arte pasticcera. Chè artista era in effetti- pittrice scultrice –, che trasformava persino la Fontana Maggiore, la Piazza Grande in pasta di zucchero o in fondente. Che inventava ricette salate e dolci, rimaste alla storia. E anche il “suo” Caffè Sandri era ed è uno degli storici Caffè italiani e le vetrine lungo Corso Vannucci accoglievano le sue creazioni di fantasia o realtà interpretata, insieme alla curiosità e lo stupore dei perugini e dei turisti.
CREO’ in pasta di zucchero anche il mio primo libro “ Anatomia al gusto di…”, in occasione della presentazione al Brufani, e lo pose lì proprio nella vetrina centrale. Andai a ringraziarla, omaggiandola di un volume, e lei si schernì ringraziando invece me che avevo citato, nel capitolo “Caffè”, anche lo storico locale che era la sua vita. E, ricordi di bambina, la domenica mattina era una tappa obbligata passare da Sandri con il papà a comprare le paste, e per me i piccoli animaletti di zucchero (il porcellino rosa era il mio preferito), o le violette candite che piacevano alla mamma.
TANTI gli aneddoti, le chiacchierate sulle ricette delle fave dei morti, con la sua rimasta celebre che prevedeva insieme alle mandorle anche cedro tritato a regalare zuccherosa morbidezza, o sulle “lasche” del Trasimeno fatte di pasta di mandorle, o ancora sulla ciaramicola e quel “rosone” di zucchero a coprire il foro centrale della ciambella su imitazione delle nostre chiese gotiche, e ancora le sue inimitabili “pinolate” natalizie, piccoli bocconi rotondi completamente rivestiti di pinoli.
Il mio ricordo della Carla è del buono unito al bello, il sapore e la bellezza. Tanto raro trovarli insieme oggi.
marilena badolato