VINO PIGNOLETTO: IL RE DEI COLLI BOLOGNESI
ANCORA PIGNOLETTO, la domanda di questo frizzante vino emiliano continua a crescere in modo esponenziale. Utilizzato alla grande negli aperitivi, in alternativa al classico Prosecco, è più aromatico…con una allegra impronta emiliano-romagnola. Non a caso è splendido con la piadina, con le crescentine e il gnocco fritto, con scaglie di Parmigiano Reggiano e tocchetti di mortadella. Racconta così il territorio insieme ai suoi piatti.
IL PIGNOLETTO ha una storia antica, nasce come “Grechetto gentile” citato già da Plinio il Vecchio e Vincenzo Tanara, nel suo trattato “ Economia del Cittadino in Villa” del 1674, fa cenno ad “uve pignole” coltivate nelle colline della provincia bolognese. Oggi è l’esempio di una bella storia italiana: quarant’anni fa era una piccola idea, ora una solida realtà. Il prodotto simbolo dei Colli Bolognesi è ormai protagonista della top ten dei vini più in crescita in Italia, consolidando anche la sua territorialità: la località di Pignoletto, il nome dato a un pugno di case del comune di Monteveglio (Bo) all’interno della Valsamoggia, la valle del buon cibo e buon vino, che ha permesso di registrare la Doc creata nel 2013 per legare così il vitigno alla sua zona di produzione. Bologna, Modena, Forlì e Cesena sono i territori della Doc Pignoletto, ottomila viticoltori, tremila ettari coltivati, promossi, tutelati e valorizzati dal Consorzio Pignoletto Emilia Romagna: 9 milioni di bottiglie, il 90% delle quali in versione frizzante e spumante. Le bollicine del Pignoletto, che finiscono oggi nei grandi ristoranti del mercato inglese, conquistano un altissimo gradimento.
PIGNOLETTO FRIZZANTE, uno sparkling di gusto e brio dell’ Emilia-Romagna, dal colore giallo paglierino con riflessi verdolini, un bouquet freschissimo e composito di fiori selvatici primaverili e frutta bianca matura. Tra gli altri, da provare il Lory, Pignoletto frizzante della cantina Tre Monti Sant’Anna. La cantina che dà il nome dei propri cari ai propri vini.
marilena badolato